SECONDO ITINERARIO

IL QUARTIERE DEL RINASCIMENTO - PIAZZA NAVONA
SAN PIETRO E IL VATICANO
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Santa Maria della Pace

Santa Maria della Pace

Attraversiamo, ora, di nuovo Piazza Navona per recarci nella parte più tipica e più caratteristica del Quartiere del Rinascimento. Saremo solo sorpresi di trovare vie solitarie e piazze silenziose, accanto a strade affollate da un pubblico chiassoso e banale, anziché personaggi in costume, servi in livrea e cocchi blasonati.
A ridosso della Chiesa di Sant'Agnese in Agone e del Palazzo Doria Pamphili, la Tor Millina, che conserva ancora gli originari merli ghibellini e tracce dei graffiti che la decoravano, la Chiesa di Santa Maria dell'Anima, dalla severa facciata, erroneamente attribuita a Giuliano da Sangallo, e dall'esile campanile appuntito, coronato da un'aquila bicipite dorata. È la chiesa dei Tedeschi e degli Olandesi cattolici residenti a Roma, ed è interessante soprattutto per la sua architettura, divisa in tre navate da sottili pilastri, in modo da sembrare un unico ambiente, con cappelle che si innalzano fino alla volta. Ma ha anche bellissimi monumenti funerari, come il sepolcro di Adriano VI di Utrecht, I'ultimo Papa straniero, e quello del Duca Carlo Felice di Clèves.
Per il solitario vicolo della Pace, adorno di una elegante edicola di marmo, che fa pensare ai maestri fiorentini del Quattrocento, giungiamo a Santa Maria della Pace, in una piazza silenziosa e raccolta, una delle gemme più fulgide di Roma barocca. La chiesa è famosa principalmente per le Sibille di Raffaello: celebre affresco in cui, soprattutto verso il pomeriggio, il fondo cupo della notte sembra quasi accentuare il mistero svelato dagli Angeli e di cui la scena è tutta soffusa, mentre, al centro della composizione, un genietto alato d'ineffabile grazia sembra già inondato della luce divina, che, con la venuta del Redentore, dovrà irradiarsi nel mondo. Anche i sovrastanti Profeti furono disegnati da Raffaello, ma vennero eseguiti con l'aiuto di Giulio Romano e di altri allievi.
Accanto, la ricchissima cappella Cesi, disegnata da Antonio da Sangallo il Giovine: esempio dell'opulenza e del fasto della scultura romana nella prima metà del Cinquecento, con statue e bassorilievi provenienti dal Tempio di Giove Capitolino.
Sull'altare maggiore, I'immagine della Madonna della Pace, che, secondo la tradizione, colpita da un sasso durante una rissa, versò sangue. Anche oggi, gli sposi romani, dopo le nozze, si prostrano ai piedi di questo altare per invocare la pace nelle loro famiglie.
Accanto alla chiesa, un delizioso chiostro dalle linee purissime. tutto luci e ombre, che è una delle più nobili e serene concezioni del Bramante.
La Via di Parione, di fronte alla Chiesa di Santa Maria della Pace, ci porterà a Via del Governo Vecchio, un tempo percorsa dai cortei pontifici che si recavano dal Vaticano in Laterano, una delle vie più importanti della seconda Roma, ancora oggi movimentatissima. E volgendo a destra, tra austeri palazzi e vecchie case cinquecentesche, di cui, alle volte, della costruzione originaria non rimane altro che la piccola corte silenziosa, giungiamo a Piazza dell'Orologio cosi denominata dalla torre dell'orologio barocca del grandioso Palazzo dei Filippini, dalla quale si intravede lo scenografico Palazzo Taverna o di Monte Giordano, in cui e facilmente riconoscibile l'antico temuto castello degli indomabili Orsini, che dal "Monte" sul quale si elevava la loro fortezza controllavano l'accesso al Ponte Sant'Angelo. Essi giunsero persino a impedire, nel 1312, I'incoronazione in San Pietro in Vaticano dell'lmperatore Arrigo Vll di Lussemburgo, che fu perciò incoronato Imperatore in San Giovanni in Laterano.
La stessa torre dell'orologio sostituisce un'altra torre, elevata a difesa del castello dei fieri baroni, davanti a cui, nelle cerimonie dell'incoronazione, gli Ebrei rendevano atto di omaggio al nuovo Pontefice.