SECONDO ITINERARIO

IL QUARTIERE DEL RINASCIMENTO - PIAZZA NAVONA
SAN PIETRO E IL VATICANO
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Piazza Navona allagata

A.J.B. THOMAS - Piazza Navona allagata

Abbiamo consacrata la nostra prima passeggiata romana principalmente alla Roma pagana. Ora, invece, faremo una rapida corsa attraverso la Roma papale e i vecchi quartieri del Rinascimento, che ci porteranno fino al centro della Cristianità. Scopriremo, cosi, un altro aspetto di Roma, non meno grandioso e non meno interessante, per certi riguardi, anzi, anche più suggestivo, che ci aiuterà a comprendere meglio l'anima di questa eterna città. Anche questa volta il nostro punto di partenza sarà Piazza Venezia.
Un'ampia e moderna via, il Corso Vittorio Emanuele, attraversa tutta la vasta zona, alterandone completamente il carattere originario Non di meno, essa conserva palazzi e chiese grandiose, e vie e piazze caratteristiche, che, se non possono più darci un'idea esatta del fasto delle corti di Giulio II e di Leone X, testimoniano pur sempre del loro grande passato e costituiscono, ancora oggi, uno dei centri più vivi e più caratteristici della città.
Percorriamo la breve, ma austera Via del Plebiscito, che porta da Piazza Venezia al Corso Vittorio Emanuele. A sinistra, il Palazzo Venezia e la Chiesa del Gesù; a destra, il Palazzo Bonaparte, ove Madama Letizia, la sfortunata madre di Napoleone, visse gli ultimi venti anni della sua vita meditando sulle vicissitudini della sua famiglia, il Palazzo Doria, che spiega sul Corso la magnificenza della sua elegante facciata barocca, il Palazzo Lante Grazioli, illeggiadrito da una graziosa edicola (una delle tante vaghezze romane, che sono come una caratteristica della città, soprattutto di Roma barocca) e il Palazzo Altieri, che ricorda i ricevimenti più sontuosi di Roma negli ultimi anni del dominio pontificio e gli ultimi sprazzi della vita brillante di Roma papale.
Ora, ecco la Chiesa del Gesù, la chiesa più sfarzosa di Roma e forse di tutta la Cristianità. Iniziata nel 1568 dal Vignola per commissione del Cardinale Alessandro Farnese e ultimata da Giacomo della Porta, è la Chiesa madre dei Gesuiti e il prototipo delle chiese celebranti il trionfo della fede cattolica.
Dalla volta affrescata dal Baciccia, insofferente della schiavitù dello spazio, dove, intorno al monogramma di Gesù risplendente di luce divina, volteggia una miriade di angeli e di santi nello sfarzo di una cornice dorata, sostenuta da altri angeli svolazzanti, ai pilastri di marmo lucente, coronati da capitelli e da festoni dorati, e agli altari di bronzo incrostati di pietre preziose, tutto qui sembra fatto apposta per incantare e abbagliare: e più che in una chiesa sembra d'essere in una splendida sala, parata per una festa sontuosa. Ma dove essa raggiunge il massimo dello sfarzo è nella cappella di Sant'Ignazio, sfolgorante d'oro e d'argento, di statue e di bronzi cesellati, di marmi colorati e di pietre dure, in cui non si sa se domini più la statua del Santo, rivestita d'argento e tempestata di gemme, o l'immenso gioco di lapislazzuli (il più grande che si conosca) nell'aereo gruppo della Trinità, che corona l'altare.
Nelle cappelle laterali delI'abside una antica immagine della Vergine, proveniente dalla piccola Chiesa di Santa Maria degli Astalli, demolita per far posto alla nuova chiesa, e il celebre dipinto di Pompeo Batoni, soffuso di luce celeste, rappresentante il Sacro Cuore di Gesù.
Nel contiguo edificio, le camere occupate da Sant'lgnazio e una raccolta storico artistica di ricordi della Compagnia.