SECONDO ITINERARIO

IL QUARTIERE DEL RINASCIMENTO - PIAZZA NAVONA
SAN PIETRO E IL VATICANO
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Piazza Navona

Piazza Navona

Ed eccoci ancora una volta al Corso Vittorio Emanuele, che attraverseremo di nuovo per recarci, per la piccola Via della Cuccagna, accanto al Palazzo Braschi, a Piazza Navona, una delle più vaste e più scenografiche piazze di Roma barocca. Già Stadio di Domiziano, poi Circo Agonale, fu per secoli teatro di clamorosi giuochi popolari, di tornei pomposi e di feste solenni, che si protrassero fin quasi ai primi dell'Ottocento, quando, in alcuni giorni, tutta la piazza era letteralmente allagata, e ragazzi dei popoli, e cavalli guazzavano allegramente nell'acqua, mentre una folla immensa assisteva dalle finestre e dalle terrazze all'insolito spettacolo. Persino le dame più eleganti non esitavano a tuffare i loro cocchi nell'acqua refrigerante, che temperava l'arsura delle torride giornate d'estate. Mercato delle erbe e uno dei centri più vivi della Roma del Seicento, per la massima parte dell'anno, ora, è una piazza solitaria e sonnolenta, che inviterebbe alla meditazione e al raccoglimento, se il fragore delle acque erompenti dalle sue fontane non diffondesse un senso di stordimento e di ebbrezza. Ma la sua nota dominante è l'obelisco, librato nel cielo, poggiato quasi sul vuoto, che con l'alta cupola e con gli esili campanili della Chiesa di Sant'Agnese in Agone, dalla facciata convessa, segna quasi il trionfo dell'arte barocca. Nulla di più perfetto, difatti, è stato concepito dal genio del Borromini, di questa elegante cupola slanciata, che cinge come d'una corona regale la nobile architettura di Piazza Navona; e nulla di più geniale e di più ardito è stato concepito dalla mente prodigiosa del Bernini, di questa meravigliosa Fontana dei Fiumi, in cui è scolpita nella pietra la scena più fantastica che si possa immaginare. E se la fantasia popolare, traendo motivo dalla rivalità dei due artisti burleschi, ha creduto di scorgere nelle loro bizzarrie delle allusioni all'arte dell'avversario, come, per esempio, nella statua del Nilo, che si coprirebbe il volto per non vedere gli orrori del Borromini, in quella del Plata, che alzerebbe la mano per impedire il crollo della facciata della chiesa, e in quella di Sant'Agnese, che porterebbe la mano al petto per assicurare che la facciata non cadrà. in realtà, mai l'arte di due geni rivali ha tanto intimamente concorso alla creazione di una cosi stupenda scenografia, che è una delle maggiori espressioni dell'arte barocca romana.
Dopo avere ammirato la scenografia della piazza e la Fontana dei Fiumi, non manchiamo di dare uno sguardo alla Fontana del Moro, nel quale alcuni maligni credettero di vedere effigiato dal Bernini il truce volto di un Cardinale suo detrattore, e al sontuoso interno della Chiesa di Sant'Agnese in Agone, sfolgorante di marmi, sorta sul luogo dove la Santa, esposta per ordine di Diocleziano alla pubblica vergogna, fu per miracolo divino sottratta agli sguardi della folla dal manto dei suoi capelli disciolti.