I Musei Vaticani sono una affascinante raccolta di collezioni uniche al
mondo, e più di qualsiasi altra raccolta di opere d'arte, danno netta la
misura del godimento che rappresentava un'autentica opera d'arte per un gran
signore del Rinascimento. Tutto sembra scelto, selezionato col gusto più
fine, e ogni oggetto disposto con la più fine grazia nella più
leggiadra e più sontuosa cornice, come se tutto fosse stato lungamente
vagheggiato col cuore di un amante appassionato. In nessun altro musco l'anima è
così pervasa da una gioia serena, come se ogni opera avesse un magico
potere; e talvolta le olimpiche sale del Vaticano danno l'illusione di essere più
che nel sacro Palazzo dei Papi, in un tempio pagano dell'Arte, consacrato alla
esaltazione e al culto della Bellezza. Se davanti alla grazia ingenua dei
primitivi, nella Pinacoteca Vaticana, o davanti agli Angeli musicanti e
osannanti di Melozzo da Forli, simili a frammenti di una celeste visione, il
cuore è inondato d'una mistica gioia, e se un senso di esaltazione
religiosa invade l'anima davanti alle Madonne di Raffaello, o davanti agli
Apostoli folgorati dal Cristo trasfigurato, che ascende al cielo mentre l'umanità
ascolta attonita l'annunzio del prodigio, assai diversa è la nostra
commozione davanti ai celebri capolavori della scultura grecoromana dei Musei
Vaticani, che sono tra le sculture più famose che esistano. All'ingresso
del Museo Pio Clementino, due imponenti sarcofaghi di porfido, di Sant'Elena e
di Santa Costanza, con simboli che rievocano figure e immagini del mondo
cristiano. Ma subito dopo, la vasta sala rotonda, adorna della colossale tazza
di porfido delle Terme di Tito e del celebre mosaico di Otricoli, è
simile a un Pantheon di Dei dell'Olimpo; e al di là della sala delle
Muse, nel cortile del Belvedere, Apollo saettante ci apparirà come un
vero Dio della Luce. Il laocoonte, dibattentesi con i figli nelle spire dei
serpenti, ci farà fremere d'orrore dinanzi alla tragicità del suo
fato; ma l'Hermes psychopompos e l'Atleta Apoxymenos ci
ridaranno una serena visione di purissima bellezza, come l'Antìnoo
coronato di fiori della sala rotonda, I'Eros pensoso di Centocelle, Meleagro, il
Doriforo, la Venere di Cnido, la Niobide fuggente di Tivoli, il Perseo del
Canova, l'Amazzone ferita di Policleto, il Naoforo, la Regina Tuaa, o
l'enigmatico Apollo del Museo Egizio. Assai più che il sarcofago di
Scipione Barbato, nell'Atrio delTorso, ci commuoverà il celebre Torso del
Belvedere, di assoluta perfezione anatomica, che perfino Michelangelo,
incaricato di restaurarlo, non osò profanare. E lo stesso ideale di
bellezza affiorirà dalla figura idealizzata di Alessandro col capo
inghirlandato in attesa della sua pudica sposa, nel celebre affresco delle Nozze
Aldobrandine. Tutte le superbe raccolte dei Musei Vaticani: il Museo Pio
Clementin, il Museo Chiaramonti, il Museo Egiziano, il Museo Etrusco, il Museo
Sacro, il Museo Profano e il Museo Cristiano, hanno opere d'arte preziosissime
di un valore inestimabile: dalle gigantesche vasche monolitiche di alabastro, di
basalto e di granito orientale ai superbi candelabri di marmo della Villa
Adriana di Tivoli; dalla biga marmorea al Ganimede rapito dall'aquila; dalla
statua maestosa di Augusto della Villa di Livia a Prima Porta a quella del Nilo
dell'Isco Campense; dal busto colossale di Giove di Otricoli a quelli di Mario e
di Cesare e ai ritratti parlanti di Ottaviano adolescente, di Nerone, di Nerva,
di Traiano, di Marco Aurelio e di Caracalla; dai sarcofaghi riccamente scolpiti
ai mosaici dalle tinte delicate e soavi; dalle urne cinerarie e dalle anfore
greche, dalle linee sinuose della più raffinata eleganza, ai più
squisiti gioielli della scultura antica. Nulla eguaglia, però, la
Collezione degli Animali in cui sono riunite statue e scene d'animali, destinate
per la massima parte a ornare peristili, fontane, o giardini: una delle più
singolari raccolte del mondo, che stupisce soprattutto per l'acutezza e lo
spirito di osservazione di tanti ignoti artisti, che hanno saputo, non solo
infondere la vita a delle figure puramente decorative, ma riprodurre alia
perfezione tutta la gamma delle passioni e delle sofferenze degli animali, dalla
infinita poesia del loro amore al crudele strazio delle loro carni.
Una visita accurata di tutti i Musei Vaticani richiederebbe parecchi giorni.
Eppure, al termine della nostra lunga visita, quando crederemo di aver
conosciuto il museo più grande del mondo, ci accorgemo di non avere
ancora varcata la soglia del vero Tempio dell'Arte, perché la gloria del
Vaticano è la Cappella Sistina che, con le Stanze di Raffaello, è
come la sintesi dell'Arte Italiana e l'apoteosi dell'Arte Cristiana. Quando
visiteremo la Cappella Sistina, ci accorgeremo che finora non avevamo conosciuto
ancora Michelangelo, o almeno, lo avevamo conosciuto solo in parte; quando
visiteremo le Stanze di Raffaello, quasi ci sembrerà di aver conosciuto
soltanto allora il massimo genio della pittura italiana. Attraverseremo,
perciò, nuovamente tutta la lunga interminabile Galleria della
Biblioteca, per accedere alla Cappella Sistina, sostando, però, prima, un
attimo nell'immenso Cortile della Pigna, dalla colossale pigna di bronzo, già
nell'atrio dell'antica basilica, un tempo zampillante acqua dalle punte in una
colossale fontana nei pressi del Tempio di Iside. Ai lati della pigna, due
pavoni di bronzo, provenienti dal Mausoleo di Adriano, e nell'abside immensa del
Bramante, simile al podio imperiale di un circo massimo, la base di una colonna
onoraria, rappresentante Antonino Pio e Faustina guidati al cielo da Thanatos.
Non ci soffermeremo davanti a tutte le curiosità e a tutti gli oggetti
esposti nella Galleria della Biblioteca, tra i quali il più grande e il
più piccolo codice della biblioteca. Ma non potremo non indugiare nella
superba Sala Sistina, di un fasto opulento, ispirata alle biblioteche romane,
ricca di preziosi codici miniati e di rari autografi, e adorna di sontuosi
tavoli di granito egiziano, sorretti da cariatidi di bronzo dorato, di superbi
vasi e di oggetti in pietre preziose: omaggi di Principi e di Re a i Sommi
Pontefici .
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