Scendiamo, dunque, per il Clivo Capitolino, passando fra il portico degli
Dei Consenti, i ruderi del Tempio di Vespasiano e gli avanzi del Tempio della
Concordia, a sinistra, e a destra, le colonne del pronao del Tempio di Saturno e
l'Arco di Settimio Severo. In fondo, il bel prospetto barocco della Chiesa
dei Santi Martino e Luca, eretta sulla Segreteria del Senato Romano, con
l'elegante e armoniosa cupola di Pietro da Cortona, di cui è anche un
bellissimo altare in bronzo dorato, situato nella cripta, adorna di preziosi
marmi provenienti dal Serretarium Senatus. E accanto, la chiesetta di San
Giuseppe dei Falegnami, detta anche di San Pietro in Carcere, piccola, modesta
chiesa, ma di grandissimo interesse per tutta la Cristianità, essendo
edificata sul Carcere Mamertino, antichissima prigione di stato romana: tetro
angusto carcere, riservato ai condannati alla pena capitale, dove vennero
rinchiusi Giugurta, Vercingetorige, i complici di Catilina, e dove San Pietro
battezzò i suoi carcerieri con l'acqua di una sorgente sotterranea. Il
Clivus Argentarius, tra il Campidoglio e la Basilica Argentaria (una specie di
Borsa di Roma antica), con il suo selciato romano sconnesso, ci dà per un
momento l'illusione di essere in una remota città dissepolta. Ma
l'illusione ben presto svanisce, perché eccoci già alla Via dei
Fori Imperiali e a Piazza Venezia, di cui si intravede lo scenografico sfondo.
Noi, però, daremo prima uno sguardo al Foro di Cesare, di cui restano
alcune botteghe e un elegante portico di marmo rosa, e al tempio magnifico,
fatto erigere da Cesare in onore di Venere genitrice, per voto fatto prima della
battaglia di Farsaglia alla Dea progenitrice della sua gente.
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