E ora, dopo aver dato uno sguardo ai resti di una casa romana a più piani e di una basilica cristiana medioevale, annidati ai piedi della ciclopica mole, avviamoci verso il colle sacro del Campidoglio, acropoli e centro
politico e religioso di Roma antica, meta di ogni trionfo.
Salendo per l'ampia
scalea, alla destra del monumento a Vittorio Emanuele II, troneggia ripida la
scalinata di marmo della Chiesa di Santa Maria d'Aracoeli, dalla facciata
austera, nuda e disadorna, ma soffusa di poesia e di
mistero, specialmente al tramonto quando il cielo si tinge di porpora e d'oro e si riempie di voli
trillanti di rondini, mentre echeggiano nell'aria le campane di tutte le chiese
di Roma.
Questa Ž una delle più antiche, forse, anzi, la più antica delle chiese di Roma, sorta sulI'arce capitolina, là dove, secondo la tradizione, Augusto avrebbe avuto dalla
Sibilla la rivelazione della imminente nascita del Figliuolo di Dio, dove nel
Medioevo tuonò la voce di Cola di Rienzo, richiamando i Romani alla
grandezza antica, dove a Petrarca fu coronato il capo d'alloro, e dove il
vincitore di Lepanto, Marc'Antonio Colonna, ebbe gli onori del trionfo
La chiesa, che racchiude in una cappella di squisita grazia senese un
mirabile affresco del Pinturicchio, raffigurante i funerali di San Bernardino in
uno scenario d'incomparabile bellezza, e splendidi monumenti sepolcrali,
ingemmati di mosaici d'oro, è particolarmente cara al cuore dei Romani
per una statua miracolosa del Bambino Gesù, che, secondo la tradizione,
sarebbe stata scolpita in legno d'olivo proveniente dalI'orto di Getsemani, ove
Gesù sudò sangue, e darebbe segni visibili della grazia divina,
assumendo le guance del Bambino un colore più intenso quando il voto
espresso da chi ha invocato la grazia sarà soddisfatto.
Nel transetto, un tempietto proveniente dall'antico Capitolium, che
racchiuderebbe un'urna di porfido, contenente, tra gli altri, i resti di
Sant'Elena
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