PRIMO ITINERARIO

CAMPIDOGLIO - FORO ROMANO - PALATINO
COLOSSEO - SAN GIOVANNI IN LATERANO
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Un Dioscuro del Campidoglio

Uno dei Dioscuri del Campidoglio

Al termine della scalea, due gruppi colossali di Dioscuri, e sulla balaustra della piazza, i trofei di Mario, le statue dell'Imperatore Costantino e di Costantino suo figlio, e due colonne miliari provenienti dalla Via Appia, con epigrafi di Nerva e di Traiano.

Una veduta della Piazza del Campidoglio

Una veduta della Piazza del Campidoglio


In fondo, il Palazzo Senatorio, ove ha sede il primo magistrato della città, dominato da una torre sormontata dalla Croce e da una statua di marmo della Dea Roma, con un doppio scalone d'accesso e una fontana ornata d'una statua in porfido di Minerva vittoriosa, tra due raffigurazioni simboliche gigantesche del Tevere e del Nilo.
Sulla destra, il Palazzo dei Conservatori; e sulla sinistra, quello del Museo Capitolino, entrambi disegnati da Michelangelo, che ha realizzato qui una delle sue più geniali concezioni, creando in uno spazio ristretto e irregolare una delle piazze più leggiadre e più sontuose d'Europa. Essa è dominata dalla statua equestre di Marco Aurelio in atto di arringare la folla con gesto paterno e regale.
Singolare la fortuna di questa statua proveniente dal Laterano. Essa deve la sua conservazione soprattutto al fatto che, durante il Medioevo, fu ritenuta la statua di Costantino. Secondo una leggenda medioevale, la sua patina dorata proviene da una doratura sottostante, che viene poco alla volta ricomparendo, e quando la statua tornerà ad essere di nuovo scintillante, avverrà il giudizio universale; ma prima, la civetta che è nel ciuffo di peli, tra le orecchie del cavallo, canterà per avvertire i mortali della prossima fine del mondo.

La PIAZZA magnifica racchiude nella semplicità delle sue linee tutta la magnificenza e lo splendore del Rinascimento italiano; e nelle solennità civili, adorna di gonfaloni, di candelabri e d'arazzi sontuosi, è simile al salone d'una reggia fantastica, mentre i valletti del Comune e i fedeli di Vitorchiano, nei loro smaglianti costumi, formano un quadro dei più pittoreschi e dei più suggestivi. Roma continua a pagare, così, il suo secolare tributo di gratitudine al fedele pastore di Vitorchiano, corso ad annunziare l'avanzata degli Etruschi, che, appena annunziata al Senato romano la notizia, cadde morto per una spina che gli si era conficcata nel piede e non si era tolta per non perder tempo.

Il Museo Capitolino, fondato da Sisto IV nel 1471, costituisce la raccolta d'arte pubblica più antica del mondo, e comprende, tra innumerevoli sculture, capolavori famosi, come il Gallo morente, Amore e Psiche e la Venere Capitolina. Il Palazzo dei Conservatori, cui sono annesse la Pinacoteca Capitolina e una importante raccolta d'arte moderna, è anch'esso un ricchissimo museo di sculture antiche, comprendente, fra l'altro, i Fasti consolari e trionfali, già esposti nel Foro, e la celebre lupa di bronzo del V secolo a. C., colpita dal fulmine nel Campidoglio romano 65 anni prima dell'inizio dell'Era volgare, e ha ricche e belle sale, che, nei ricevimenti solenni, vengono adibite a sale di rappresentanza del Comune di Roma.
Non ci indugeremo nella visita di questi musei, che richiederebbero, essi soli, un'intera giornata, come non ci lasceremo vincere dalla tentazione di ascendere la scalea che conduce al portico del Vignola, accanto al Palazzo dei Conservatori, o quella, di fronte, così suggestiva, che porta all'ingresso laterale della Chiesa di Santa Maria d'Aracoeli.

Il turista che ha varcato appena oggi la soglia della città eterna, per il momento, farà bene a riservare il suo cuore ad altre emozioni e a cercare di svelare prima il grande mistero di Roma, riservandosi di tornare poi sul Campidoglio, per la visita (se ne avrà tempo, ma che non dovrebbe trascurare in alcun caso) dei Musei Capitolini e dei Conservatori, o di ascendere i 124 gradini di marmo di Santa Maria d'Aracoeli, per gustare un'ora di pace serena nella calma solenne della più poetica e della più suggestiva chiesa di Roma, mentre dalle api d'oro in campo azzurro dei Barberini, che rifulgono nell'invetriata soprastante l'ingresso principale, filtra una luce dorata, che fa risaltare il bellissimo soffitto a cassettoni e ravviva gli ori e i colori dei magnifici mosaici cosmateschi.