 |
NELLA REGIONE che si stende fra Terracina e Sperlonga, non lungi dalla
costa, ma ad una distanza che non si può precisare, in un punto della
valle più vicino a Terracina che non a Sperlonga, la tradizione vuole che
sia stata fondata nella laguna (come del resto Pisa e Ravenna) la città
di Amyclae o Amunclae. Fondatori sarebbero stati quegli stessi Laconi che,
guidati dai Dioscuri, avrebbero fondato anche le città di Gaeta e di
Formia. La città avrebbe avuto insomma origine da genti di origine
ellenica, giunte dal mare.
Intorno alla scomparsa di Amyclae si narravano
storie paurose.
Secondo alcuni gli abitanti di Amyclae, seguendo i dettami
della setta pitagorica che vietava di uccidere gli animali, non si sarebbero
curati di uccidere i serpenti che infestavano le paludi, e sarebbero stati
completamente distrutti dai loro morsi velenosi (Amyclae a serpentibus deletae).
Secondo altri, gli Amiclei, ricevendo spesso false notizie sulI'arrivo di
nemici, avrebbero fìnito col proibire, per legge, che fosse data notizia
di tali inesistenti pericoli. Un brutto giorno i nemici sarebbero venuti
davvero, senza che alcuno osasse di avvertire gl'interessati, e gli Amiclei
sarebbero caduti in potestà degl'invasori.
Taluni degli studiosi di
storia antica pensano che la Amyclae o Amunclae italica sia una duplicazione
della omonima città della Laconia. In Italia non si conoscono colonie
spartane fuorchè Taranto, la quale appunto diventò la cittadella
delle dottrine pitagoriche.
Scartata la leggenda dei serpenti, sarebbe da
concludere che furono genti di stirpe osca che distrussero Amyclae sulla laguna,
e avrebbero dato poi vita alla città di Fondi.
Con l'affermazione di
Amyclae distrutta da genti osche non contrasta la tradizione segnalata da
Virgilio che celebrava Camerte figlio di Volcente
qui fuit
Ausonidum et tacitis regnavit Amyclis (VERG., Aen., X, 564).
Il
sito in cui sorse Amyclae o Amunclae non è stato ancora scoperto.