Il Foro d'Augusto, il meglio conservato dei fori imperiali, rivive
facilmente nel suo fulgore nella nostra fantasia, e per la ristrettezza dello
spazio da cui è possibile dominarlo, acquista un carattere di maggiore
grandezza e di maggiore solennità. Ai due lati, due sontuose
basiliche, terminanti con esedre rivestite di marmi policromi e adorne di statue
colossali: nel centro, il titanico tempio, innalzato da Augusto in onore di
Marte Ultore, per voto fatto la notte che precedette la battaglia di Filippi, in
cui fu vinto Bruto e vendicata la morte di Cesare. E davanti al tempio, un'ampia
scalea, avente, ai lati, due monumenti equestri e un'ara nel mezzo.
Tra il tempio e le basiliche, due archi di trionfo; e in fondo, il muro
ciclopico, innalzato per separare la zona dei Fori dalla Suburra, uno dei
quartieri più sordidi della città, dietro il quale si accalca in
miseri tuguri sovrapposti una folla compatta che, all'occorrenza, invaderà
i Fori per gli angusti fornici come una marea tumultuante, ora minacciosa, ora
osannante, finché la predicazione di un nuovo Verbo che bandisce ogni
idea di esaltazione della forza non affratellerà tutte le genti e gli
uomini di classi diverse in un unico amore e nel nome di Cristo. Ma allora la
potenza romana sarà scossa nelle sue basi, e Roma si avvierà verso
il decadimento e la rovina, per risorgere, poi, con un nuovo volto e sotto
un'altra luce.
Al di là del Foro di Augusto, i resti del Tempio di Minerva e due
colonne, unico avanzo della prospettiva grandiosa del Foro di Nerva . Poi la
Torre dei Conti, possente costruzione medioevale, un giorno la più grande
e la più splendida delle torri medioevali di Roma.
|