Al termine della scalea, due gruppi colossali di Dioscuri, e sulla balaustra
della piazza, i trofei di Mario, le statue dell'Imperatore Costantino e di
Costantino suo figlio, e due colonne miliari provenienti dalla Via Appia, con
epigrafi di Nerva e di Traiano.
Una veduta della Piazza del Campidoglio
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In fondo, il Palazzo Senatorio, ove ha sede il
primo magistrato della città, dominato da una torre sormontata dalla
Croce e da una statua di marmo della Dea Roma, con un doppio scalone d'accesso e
una fontana ornata d'una statua in porfido di Minerva vittoriosa, tra due
raffigurazioni simboliche gigantesche del Tevere e del Nilo.
Sulla destra, il
Palazzo dei Conservatori; e sulla sinistra, quello del Museo Capitolino,
entrambi disegnati da Michelangelo, che ha realizzato qui una delle sue più
geniali concezioni, creando in uno spazio ristretto e irregolare una delle
piazze più leggiadre e più sontuose d'Europa. Essa è
dominata dalla statua equestre di Marco Aurelio in atto di arringare la folla
con gesto paterno e regale. Singolare la fortuna di questa statua
proveniente dal Laterano. Essa deve la sua conservazione soprattutto al fatto
che, durante il Medioevo, fu ritenuta la statua di Costantino. Secondo una
leggenda medioevale, la sua patina dorata proviene da una doratura sottostante,
che viene poco alla volta ricomparendo, e quando la statua tornerà ad
essere di nuovo scintillante, avverrà il giudizio universale; ma prima,
la civetta che è nel ciuffo di peli, tra le orecchie del cavallo, canterà
per avvertire i mortali della prossima fine del mondo.
La PIAZZA magnifica racchiude nella semplicità delle sue linee
tutta la magnificenza e lo splendore del Rinascimento italiano; e nelle solennità
civili, adorna di gonfaloni, di candelabri e d'arazzi sontuosi, è simile
al salone d'una reggia fantastica, mentre i valletti del Comune e i fedeli di
Vitorchiano, nei loro smaglianti costumi, formano un quadro dei più
pittoreschi e dei più suggestivi. Roma continua a pagare, così, il
suo secolare tributo di gratitudine al fedele pastore di Vitorchiano, corso ad
annunziare l'avanzata degli Etruschi, che, appena annunziata al Senato romano la
notizia, cadde morto per una spina che gli si era conficcata nel piede e non si
era tolta per non perder tempo.
Il Museo Capitolino, fondato da Sisto IV nel 1471, costituisce la
raccolta d'arte pubblica più antica del mondo, e comprende, tra
innumerevoli sculture, capolavori famosi, come il Gallo morente, Amore e Psiche
e la Venere Capitolina. Il Palazzo dei Conservatori, cui sono annesse la Pinacoteca
Capitolina e una importante raccolta d'arte moderna, è anch'esso un
ricchissimo museo di sculture antiche, comprendente, fra l'altro, i Fasti
consolari e trionfali, già esposti nel Foro, e la celebre lupa di bronzo
del V secolo a. C., colpita dal fulmine nel Campidoglio romano 65 anni prima
dell'inizio dell'Era volgare, e ha ricche e belle sale, che, nei ricevimenti
solenni, vengono adibite a sale di rappresentanza del Comune di Roma.
Non ci indugeremo nella visita di questi musei, che richiederebbero, essi
soli, un'intera giornata, come non ci lasceremo vincere dalla tentazione di
ascendere la scalea che conduce al portico del Vignola, accanto al Palazzo dei
Conservatori, o quella, di fronte, così suggestiva, che porta
all'ingresso laterale della Chiesa di Santa Maria d'Aracoeli.
Il turista che ha varcato appena oggi la soglia della città
eterna, per il momento, farà bene a riservare il suo cuore ad altre
emozioni e a cercare di svelare prima il grande mistero di Roma, riservandosi di
tornare poi sul Campidoglio, per la visita (se ne avrà tempo, ma che non
dovrebbe trascurare in alcun caso) dei Musei Capitolini e dei Conservatori, o di
ascendere i 124 gradini di marmo di Santa Maria d'Aracoeli, per gustare un'ora di pace serena nella calma
solenne della più poetica e della più suggestiva chiesa di Roma,
mentre dalle api d'oro in campo azzurro dei Barberini, che rifulgono
nell'invetriata soprastante l'ingresso principale, filtra una luce dorata, che
fa risaltare il bellissimo soffitto a cassettoni e ravviva gli ori e i colori
dei magnifici mosaici cosmateschi.
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