PRIMO ITINERARIO

CAMPIDOGLIO - FORO ROMANO - PALATINO
COLOSSEO - SAN GIOVANNI IN LATERANO
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Arco di Costantino
Arco di Costantino

E ora che la visita del Palatino è compiuta, attraversiamo nuovamente gli ombrosi viali degli Orti Farnesiani, e avviamoci verso la via dei Trionfi, I'attuale Via San Gregorio, e al Colosseo, per le verdi pendici del colle, nell'aria imbalsamata dai pini. Prima, però, diamo uno sguardo alle possenti strutture del Palazzo di Settimio Severo, che sono quelle che più ci danno, nel Palatino e nel Foro Romano, un'idea esatta della grandiosità delle costruzioni romane, anche se non vi è più alcuna traccia del Settizonio, demolito da Sisto V, nel XVI secolo, che, con i suoi sette piani e con i suoi sette ordini di colonne, sovrastava la ciclopica mole della dimora cesarea, dando a chi entrava a Roma dalla Via Appia l'impressione di una grandiosità veramente unica al mondo.
Via dei Trionfi! Nome che fa rivivere l'antica denominazione di Via Triumphalis, la Via trionfale dei Romani. Innumerevoli cortei vi sfilarono nella gloria del trionfo, centinaia di Re vinti la percorsero a piedi, aggiogati ai carri trionfali dei vincitori.
Il maestoso arco di trionfo che è in fondo, eretto nell'anno 315 d. C. in onore di Costantino, è anche l'arco di trionfo della nuova Roma. Venne innalzato dal Senato e dal Popolo Romano per celebrare la vittoria riportata da Costantino su Massenzio, al Ponte Milvio, e l'ingresso a Roma dei "liberatori" di quel tempo. Liberatori Urbis è inciso a caratteri cubitali sopra a uno dei bassorilievi interni del fornice centrale.
Secondo la tradizione, prima della battaglia, una croce sarebbe apparsa in cielo a Costantino, circondata da parole scritte a lettere di fuoco: in hoc signo vinces, e Costantino avrebbe adottato quel segno a sua insegna, affidandone la guardia ai più prodi dell'esercito. Composto di frammenti di monumenti anteriori, dell'epoca di Traiano, di Marco Aurelio e di Domiziano, è, non di meno, uno dei più perfetti archi di trionfo per la giustezza delle sue proporzioni e per l'armonia delle sue linee.
Poco discosto dall'arco, sono indicate sul pavimento le linee perimetrali della Meta Sudans, gigantesca fontana a forma di cono, avente al vertice una palla di bronzo, dalla quale l'acqua stillava come pioggia, e del colosso di Nerone, una colossale statua di bronzo dorato, alta circa trenta metri, eretta da Nerone dopo l'incendio di Roma. Raffigurava lo stesso Nerone con la testa cinta di raggi, simboleggiante il Sole. Ad essa avrebbe dovuto far riscontro, dall'altro lato della Domus Aurea. Un'altra statua delle stesse proporzioni, simboleggiante la Luna.