Costeggiando il Palazzo del Laterano, si giunge all'ingresso principale
della chiesa. Diamo, però, prima uno sguardo al bellissimo Battistero,
eretto da Costantino probabilmente in un ninfeo dell'antico Palazzo dei
Laterani, poi rifatto dal Sisto III e restaurato da Urbano VIII, il prototipo di
tutti i battisteri posteriori. Diviso in due anelli ottagonali da otto colonne
di porfido, che sostengono un architrave, sul quale poggiano altre otto colonne
più piccole, internamente, è di una solennità pomposa, ma
nello stesso tempo di una suprema eleganza. Nel mezzo, un'urna di basalto
egiziano verde e la vasca circolare nella quale, la notte di Pasqua si
immergevano i catecumeni alla presenza del Papa e del popolo, e in cui si
immerse Cola di Rienzo prima di mostrarsi in pubblico con le insegne di
cavaliere e citare il Pontefice e i principi elettori dell'Impero a comparirgli
davanti. Nel pavimento, avanzi dell'antica domus dei Laterani. In una delle
cappelle, rifulgenti di mosaici, due porte di bronzo, probabilmente provenienti
dalle Terme di Caracalla, che, girando lentamente sui perni, emettono un suono
simile a quello di un organo.
Entriamo per l'ingresso principale in San Giovanni in Laterano. Ma per non
perdere nulla della meravigliosa visione della facciata principale del Galilei,
che si eleva grandiosa, coronata da statue gigantesche nel punto più
elevato del vasto piazzale, adorno di prati verdi che rievocano il fascino della
campagna romana, portiamoci, prima al punto opposto della piazza, dov'è
il bel monumento di San Francesco in atto di sciogliere il suo canto d'amore al
Creatore. Di là, rivolgendoci a guardare la chiesa, soprattutto nelle ore
del mattino, la cattedrale di Roma e del Mondo, inondata di luce abbagliante,
sullo sfondo di un cielo di cobalto, ci apparirà come circondata di
un'aureola di gloria. E' la stessa luce abbagliante ci sembrerà di
trovarla diffusa nell'atrio giocondo, in cui rifulgono una statua di Costantino
e le porte di bronzo della Curia Romana, accanto alla porta murata, fregiata
della Croce, che s'apre ogni 25 anni, in occasione degli anni giubilari. Anche
l'interno della chiesa sembra soffuso, ora, di un bianco chiarore, ora, di una
calda luce dorata. Ma la sua nota dominante è lo sfarzo barocco; però,
di un barocco un po' enfio, che non conferisce troppa solennità al tempio
e, particolarmente nella navata principale predispone l'anima più all'
esultanza e alla gioia, che al raccoglimento e alla preghiera. Più
suggestiva è, invece, I'abside grandiosa, scintillante d'oro e
sfolgorante di marmi colorati come l'abside di una basilica romana. Assai
diversa doveva essere la chiesa primitiva, affrescata da Giotto testimone delle
principali vicende della chiesa, sorta anch'essa sulle rovine delle sontuose
case dei Laterani, denominata aurea per la sua magnificenza, ma poi
devastata dai Vandali, e successivamente più volte ricostruita e
distrutta dal fuoco finché lnnocenzo X non ne ordinò il
rifacimento a Francesco Borromini verso la metà del XVII secolo, e Leone
XIII, nel 1885, non ne fece abbattere la vecchia abside, per ricostruirla più
ampia, facendo riprodurre gli antichi mosaici. Oltre al magnifico soffitto, al
ricco pavimento e alle colossali statue degli Apostoli della navata principale,
I'attuale chiesa ha monumenti superbi, tra i quali il sepolcro di Clemente XIII,
in un'urna colossale di porfido.
Il monumento più insigne della basilica è il bellissimo
tabernacolo del XV secolo, che sovrasta l'altare papale, nel quale, secondo una
pia leggenda, si conserverebbero, racchiusi in busti d'argento, le teste degli
Apostoli Pietro e Paolo, mentre l'altare racchiuderebbe la tavola sulla quale
celebrava San Pietro. Nella Confessione che è davanti all'altare papale,
un lastra tombale di bronzo racchiude le spoglie mortali di Martino V, salutato
dalla posterità temporun suorum felicitas, per aver posto fine al grande
scisma d'occidente. Nella cappella del Santissimo Sacramento, a sinistra
dell'altare papale, quattro colossali colonne di bronzo dorato, che, secondo la
tradizione, sarebbero state fatte con i rostri delle navi di Cleopatra e
sarebbero state offerte da Augusto al Tempio di Giove Capitolino, o sarebbero
state trasportate a Roma, da Gerusalemme, da Sant'Elena, dopo averle riempite di
terra del Calvario. Nel transetto, una serie d'affreschi sfarzosi,
rappresentanti episodi della vita di Costantino.
Accanto alla chiesa, un mirabile chiostro del 1200, splendido esempio di
quell'arte cosmatesca romana che ha arricchito tante basiliche e tanti santuari
d'ltalia di affascinanti pavimenti policromi e di esili colonnine ritorte,
ingemmate d'oro e di smalti.
L'attuale Palazzo del Laterano, ove l'11 febbraio 1929 avvenne la
conciliazione tra l'Italia e la Chiesa, è stato innalzato da Sisto V, in
sostituzione del vecchio Palazzo del Laterano, sorto sul posto dell'antico
Patriarchio, residenza dei Sommi Pontefici fino al trasferimento della Sede
Apostolica ad Avignone. Esso è adibito a sede del Museo Lateranense, che
comprende il Museo Profano, il Museo Cristiano e il Museo Missionario
Etnografico. Il Museo Profano, detto anche Museo Gregoriano Lateranense, dal
nome del suo fondatore, Gregorio XVI, di grandissimo interesse storico e
artistico, raccoglie il materiale superfluo dei Musei Vaticani e oggetti
provenienti dagli scavi di Veio, di Cere e di Ostia, nonché una
collezione epigrafica pagana, e conserva, fra l'altro, un grande pavimento a
mosaico, proveniente dalle Terme di Caracalla, con venti figure e ventisei busti
di atleti nudi e otto ginnasiarchi vestiti. Il Museo Cristiano è una
raccolta unica al mondo di antiche sculture e di iscrizioni cristiane. Il Museo
Missionario Etnografico fu fondato da Pio XI con i documenti e i cimeli esposti
a Roma nella Mostra Missionaria del 1925, e comprende documenti della storia
delle Missioni e cimeli dei popoli presso i quali esse si svolgono. La visita di
questi tre musei richiede almeno una mezza giornata: è opportuno perciò
che ad essa il turista dedichi un intero pomeriggio.
Di fronte al Palazzo del Laterano, un piccolo edificio racchiude una delle
reliquie più famose e più preziose della Cristianità, la
scala del palazzo di Pilato, che ascese Gesù il giorno della passione,
secondo la tradizione, trasportata da Sant'Elena a Roma; e in alto, al di là
di una grata, in una piccola cappella, che è la cappella papale
dell'antico Patriarchio, l'immagine del Redentore, ritenuta dipinta dagli
Angeli, che i Papi portavano solennemente in processione per scongiurare le
grandi calamità del genere umano. A fianco della Scala Santa, una nicchia
grandiosa con un mosaico splendente: unico avanzo del Triclinio Leoniano,
vecchia sala da pranzo del Patriarchio.
Poco più in là, addossata ai ruderi dell'Acquedotto
Neroniano, la Villa Wolkonsky, già sede dell'Ambasciata di Germania, ove
nel malinconico viale delle memorie la romantica amica di Alessandro I di
Russia, la principessa Zenaide Wolkonsky, adunò busti e memorie dei suoi
amici e dei suoi conoscenti scomparsi, dallo Zar di tutte le Russie ai domestici
della sua famiglia.
Il vasto piazzale di San Giovanni in Laterano termina con la Porta San
Giovanni, dalla quale si irradiano nuove vie, che conducono verso nuovi centri
di operosa attività e verso la delizia dei Colli Albani, dai ruderi
sublimi di Tuscolo e dalla solitudine pensosa di Grottaferrata all'Aeroporto e
ai moderni impianti di Cinecittà e del Centro Sperimentale di
Cinematografia, o all' Ippodromo delle Capannelle.
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