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La Posidonia Oceanica
Le fanerogame marine sono vegetali dotati di radici, fusto in parte sotterraneo (rizoma), foglie nastriformi e veri e propri fiori. L'impollinazione avviene sott'acqua, sfruttando le correnti marine, in quanto il polline presenta una densità simile a quella dell'acqua. Sono tutte piante fotofile e quindi caratterizzano il piano infralitorale (fin dove arriva la luce), ma le diverse specie si distribuiscono a seconda del tipo di substrato. Esse rivestono un'enorme importanza nell'ecosistema marino: svolgono un ruolo fondamentale nell'ossigenazione delle acque, fungono da sito di rifugio per larve e giovani pesci e forniscono un substrato su cui si attacca una numerosissima flora e fauna benthonica, innescando una complessa rete alimentare. Esse sono importanti zone di nursery dove avannotti di specie ittiche anche commerciali trovano nutrimento e rifugio. A segnalare gli antichi areali si possono ancora trovare dei grandi bivalvi che vivono conficcati sul fondo della costa adriatica, localmente chiamati stura (Pinna nobilis), ed il tartufo di mare (Venus verrucosa), i cui piccoli trovavano rifugio tra gli stoloni e le radici delle piante. Riguardo i resti di posidonia, spiaggiati lungo i litorali, essi sono considerati Rifiuti Solidi Urbani (vedasi la definizione ai sensi dell'art. 6 del D.L.vo n° 22/97) ed il Comune ha l'obbligo della rimozione (art. 14, medesimo Decreto), a meno che non si tratti di un'area in concessione a privati: nel tal caso si chiede al Comune il certificato di parificazione agli R.S.U. e si fa smaltire da una ditta autorizzata al trasporto rifiuti conto terzi in una normale discarica (oppure in un sito di stoccaggio della frazione umida). In alternativa, si può stipulare un accordo con il Comune per la raccolta e lo smaltimento stagionale, con gravamento dei maggiori costi sulla tassa R.S.U. Bruno Vivaldi |
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