Italia Nostra esprime stupore e sconcerto di fronte alla decisione
della giunta di vendere l'Ippodromo di Capanelle.
Fa presente che i 150ha
dell'Ippodromo (pari in estensione a Villa Ada e di poco più piccolo di
Villa Pamphili) sono tutti situati in fregio al Parco dell'Appia, divisi dal
Parco solo dalla Via Appia Nuova.
L'interferenza paesistica tra il Parco e
l'Ippodromo è diretta ed esso assicura la visione libera ed aperta dei
Colli Albani dalla zona del Parco degli Acquedotti ed al Raccordo Anulare.
Al
di là di queste indiscutibili funzioni di arricchimento dei valori del
Parco dell'Appia esso rappresenta un valore in se' quale spazio verde ben
attrezzato, ben curato ed aperto alla frequentazione di un vasto pubblico.
Non
è affatto vero che gli attuali vincoli urbanistici siano una garanzia.
Tutt'altro. La destinazione a verde pubblico è notoriamente un colabrodo
che consente mille altre destinazioni d'uso e che certamente non è in
grado di bloccare le tante deroghe ormai aperte nella legge urbanistica.
Non
osiamo immaginare cosa potrebbe avvenire il giorno in cui, di fronte a difficoltà
economiche della gestione dell'Ippodromo si dovessero comunque salvare i posti
di lavoro con una riconversione che sarebbe certamente basata sul valore delle
aree.
Al di là di questi pericoli, rimane il principio della
incedibilità di un demanio comunale che fa parte del patrimonio verde
irrinunciabile della città.
Roma, 12/03/1996