IN PROSPETTIVA EUROPEA

IL 51° ANNUALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

 

La festa della Repubblica ha accomunato in un unico fervore di consensi tutti gli italiani che tali sentono l'onore di essere. Soprattutto in seno alle Forze Armate, alla Polizia di Stato e all'ANPS, la giornata è stata vissuta con lo spirito di servizio e di fierezza che le distingue.

Nella Capitale, messe da parte le parate e, tuttavia, onorata la Patria con la riverente commemorazione di coloro che, con il loro supremo sacrificio, ne consentirono l'unità - questo il significato dell'omaggio al Milite Ignoto del Capo dello Stato -, la celebre "Nona" di Beethoven ha segnato il tono più alto della celebrazione.

Il concerto, eseguito nel Teatro dell'Opera dall'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e dal Coro tedesco dei Bamberger Sinphoniker di Rolf Beck, sotto la sapiente direzione del maestro Giuseppe Sinopoli, ha conferito alla ricorrenza una luminosa connotazione europea. Dalla "nona in re minore" nasce, del resto, com'è noto, l'Inno ufficiale della Comunità.

Parliamo un pò, dunque, di questa Sinfonia e, più in particolare, del suo quarto tempo.

È indubbio che la scelta della Commissione musicale della Comunità Europea del quarto tempo della sinfonia beethoveniana, universalmente conosciuto come "inno alla gioia", non poteva essere più felice.

Si può dire che proprio nella sinfonia troviamo un Beethoven leggermente diverso da tutta la sua grande opera compositiva.

L'ultimo tempo della "nona", infatti, con l'inserimento del coro e pensata in re maggiore, rivoluziona tutte le sinfonie dell'epoca. Di solito gli ultimi tempi delle sinfonie finiscono in tonalità minori e sono melodiose e romantiche. Nell'aver scelto il re maggiore ed aver inserito, per la prima volta, un ricchissimo coro, Beethoven vuole lasciare all'umanità tutta un inno ottimistico come Schiller, l'autore del testo, desiderava imprimere ad un coro che trasporta l'ascoltatore verso le alte vette dello spirito.

Quando Bettina Brentano riferisce a W. Goethe nel 1810 le parole di Beethoven sull'essenza e il significato della sua arte, pone una pietra miliare per comprendere il pensiero del più grande genio della musica.

È opportuno riportare per intero il pensiero di Beethoven; egli dice: "La musica è il vincolo che unisce la vita dello spirito alla vita dei sensi, ed è l'unico immateriale accesso al mondo superiore della conoscenza. Nella musica l'uomo vive, pensa e crea".

Il proponente ultimo tempo della sinfonia con l'inserimento di un coro che sembra entrare in lotta con le alte tonalità del re maggiore, eseguito dall'orchestra, ci trasporta e ci esalta verso una gioia che non è dei sensi ma dello spirito e ci trasmette l'idea ottimistica della fratellanza dei popoli che mirano al raggiungimento del bene e del sublime.

Dobbiamo considerare i grandi avvenimenti storici che Beethoven viveva quando ha composto la nona: la disfatta di Napoleone e l'amarezza della fine di un sogno di libertà, uguaglianza, fratellanza, che però, subito vedeva evolversi verso un post pensiero di fratellanza dei popoli non in senso francese ma in senso corale di tutti i popoli d'Europa.

Ha riferito il grande Maestro d'orchestra Lavro von Matacic, fiumano, che, in occasione di manifestazioni per il Congresso di Vienna del 1815, Beethoven, già affetto da totale sordità, ammirò le evoluzioni dei danzatori russi che eseguivano un balletto classico russo. Egli fu talmente preso da quelle danze che volle gli fosse subito trascritta la partitura e tutta la composizione musicale che i suoi orecchi non potevano ascoltare, ma che già il Grande aveva intuito dalle evoluzioni danzistiche come musica vera versa la gioia per la pacifica felice convivenza dei popoli.

L'Inno alla gioia ha dunque fondate radici per essere considerato l'inno di tutti i popoli, inno ottimistico, inno di fratellanza che supera i confini delle nazioni e persino le culture dei popoli, per instaurare qualcosa di più sublime e spirituale nella società del popolo europeo.

È un pensiero positivo l'andare incontro ad un futuro in chiave ottimistica quello che il messaggio di Beethoven ci trasmette. Sicché anche aver scelto questo messaggio come inno europeo, è forse i atto più alto della Comunità, che stenta a formarsi, ma che, una volta realizzata, porterà i nostri figli a vedere l'Europa con quella gioia che Beethoven voleva suggerire con l'ultima parte della sua sinfonia.