IL TRINOMIO

LIBERTÀ - EGUAGLIANZA - FRATELLANZA

 

Secondo i concetti della libera murateria universale accettati da tutte le Logge massoniche regolari

Il Sacro Trinomio, Libertà, Eguaglianza e Fratellanza è un emblema tipico della profondità della dottrina esoterica, della sua incomparabile capacità di ridurre il trino all'unità, uno specchio su cui, con diversa profondità di penetrazione e con multiforme varietà di colori a seconda delle capacità percettive dell'osservatore, si riflette l'intero essere e divenire del Cosmo.

Non è quindi possibile discorrere né singolarmente né insieme dei tre concetti così intimamente legati in reale unicità, senza un accenno sia pure sommario ad alcuni punti essenziali della nostra dottrina.

L'universo, di cui tutto quanto è creato costituisce parte autocosciente sia pure con gradi di autocoscienza straordinariamente diversi, è articolato in tre mondi tra loro intimamente congiunti. Il mondo più basso è quello della materia e dell'animalità su cui domina il Destino, il Fato degli antichi; in esso valgono le leggi del mondo fisico che andiamo man mano scoprendo e valutando, e in esso la scienza si muove nella illusione di scoprire e valutare l'universo.

Il mondo supremo è quello dove aleggia più forte e regna la legge divina; in questo mondo di puro spirito partecipano all'armonia cosmica, secondo una gerarchia conforme al loro grado di perfezione, le anime liberate appunto dalla materia e dall'animalità. La Provvidenza è sovrana in questo mondo.

Tra questi due mondi sta il terzo dove il genio dell'umanità si travaglia sotto il nume tutelare della Libertà. Meta ultima dell'uomo racchiuso in questo mondo è giungere a distaccarsi dagli influssi del mondo inferiore, ed abbracciare e percepire il Tutto del quale è parte, a fondere il mondo sensibile e quello ultrasensibile presente in lui.

Il giorno in cui sarà avvenuto per l'ultima delle creature umane sarà il giorno del Giudizio, sarà finalmente costruito il Tempio della Sapienza, e cioè una umanità perfetta, capace di abbracciare il mondo fisico, quello umano e quello spirituale; la triade diverrà allora unità, i tempi saranno finiti, e tutto sarà giusto e perfetto.

Tra l'errore di oggi e cioé dalla preponderanza del mondo inferiore, e la verità di domani e cioé del dominio del mondo superiore, l'uomo vacilla, medita e agisce tentando la sua ascesa. Può cadere nel Destino riproducendo il male e cioé l'errore, può seguire la Provvidenza facendo il bene e cioé alimentando la luce della verità. Su questa spirale che dalle strette volute dei livelli infimi del più basso mondo sale agli sconfinati cerchi del cielo infinito si muove il libero pensiero dell'uomo.

Gli angeli che nel sogno di Giacobbe salgono e scendono la scala che si perde nel cielo, sono il simbolo per il profano del moto incessante delle gerarchie nei mondi più alti.

Ecco dunque la Libertà dell'uomo, piena, indiscussa, senza vincoli di peccati originali e quindi senza attenuanti e scappatoie; ecco la Libertà che pone l'uomo nudo di fronte al suo Creatore ed alle creature che con lui partecipano al moto infinito del cosmo. Ha per unica difesa l'alito dello spirito divino che gli ha infuso la ragione, come unico incomparabile alleato la Provvidenza che dal mondo supremo favorisce i suoi sforzi di ascesa.

Le sorti dell'anima individuale sono appunto legate alla libera scelta tra il moto ampio ascensionale ed il moto sempre più veloce come un gorgo verso la ricaduta.

Così la nostra Libertà nasce armata e guerriera come Minerva dal cervello di Giove a rendere infinitamente ampie le possibilità dell'uomo ma egualmente ampie le sue responsabilità individuali e indivisibili.

Il collettivismo, inteso appunto come responsabilità comune del male e gloria comune nel bene, esce frantumato da questa visione.

Sul concetto del condizionamento della libertà dell'uomo, e cioè del grado di libertà di cui l'uomo dispone si è notoriamente discusso in ogni tempo, come d'altra parte avviene per tutti i punti fondamentali della vera conoscenza che travagliano l'animo umano.

L'uomo cioè, è libero o schiavo del peccato? Si può muovere liberamente tra il bene e il male o è già condizionato da qualcosa al di fuori o al di dentro di lui?

La teoria del peccato originale afferma la perdita della Libertà nello stesso istante in cui, disobbedendo alla volontà divina, la prima coppia di uomini ha commesso il primo peccato. La sua evoluzione porta al concetto che il libero arbitrio esista solo per fare il male, ma non per fare il bene che è solo compito divino e che solo l'intervento della grazia divina può salvare l'uomo. Procedendo ulteriormente sulla strada dei condizionamenti si raggiunge la conclusione che neanche il male può essere liberamente fatto.

In contrasto con queste affermazioni che fanno dell'uomo uno schiavo, la nostra dottrina dà all'uomo la dignità della libera scelta tra il bene ed il male, dotato come è, per la scintilla di spirito che è in lui, della piena capacità di valutare. La stessa esortazione che Cristo più volte fece ai suoi discepoli di rinnovare l'uomo nelle sue radici morali presuppone la piena libertà umana nel perseguimento di questo rinnovamento.

Ancora una volta da questa impostazione emerge il cardine fermo della responsabilità individuale, in nessun caso ed in nessun grado sostituibile da responsabilità collettive. Compito fondamentale è di migliorare, attraverso l'educazione progressiva degli individui gli strumenti naturali di cui l'uomo dispone per meglio usare la sconfinata libertà che gli è stata concessa.

La Libertà è dunque un fatto intimo e intrinseco di ogni uomo.

Poiché è eticamente inconcepibile ottenere il bene attraverso il male e quindi il proprio miglioramento a spese altrui, la libertà deve avere come unico limite la libertà degli altri nella ricerca della verità.

La libertà è dignità. Rispetto è dovuto a tutti gli esseri umani, particolarmente a quelli che vediamo precederci nella via della perfezione, e a quelli che ci sono legalmente preposti nella vita profana, poiché viviamo in un mondo in cui va dato a Cesare quel che è di Cesare; ma saremo stati dignitosamente liberi solo se possiamo chiudere la nostra vita con la tranquilla serenità di non avere mai avuto padroni.

L'esercizio della libertà presuppone che la forza della propria personalità, indispensabile per essere buoni membri della nostra famiglia, sia moderata dall'amore e dalla benevolenza; ne deriva la cura di evitare ogni azione, volontaria o involontaria, atta ad umiliare gli altri fratelli e ad imporsi troppo violentemente sul piano spirituale con il rischio di incrinare la libera capacità di progresso.

Libertà vuol dire tolleranza delle idee altrui sempre e delle azioni altrui quando non ledono la nostra libertà. È ricerca della verità fondamentale, della religione su cui tutti possono concordare, nella più ampia libera varietà di forma esteriore. È rifiuto del dogma la cui necessità sparisce al lume della concezione cosmica ed esoterica a cui ho accennato in principio.

Pertanto il Libero Muratore non vuole subire coercizioni spirituali e ad esse si ribella in nome della propria inalienabile libertà. Deve però coerentemente pagare di persona quando nella vita profana, anche se sottoposto a pressioni violente per costringerlo a fare cose contrarie alla propria coscienza, rifiuta di farle. Egli è di conseguenza considerato indocile e spesso perseguitato. Ma se è veramente iniziato e cioè libero, non si lascerà fuorviare, sarà rispettato da tutti, venerato da qualcuno.

La Libertà non è dunque una forma larvata di ubbidienza ad un comandamento di vita la cui mancata osservanza comporta una punizione; ma nasce piuttosto dal desiderio di operare il bene per amore del bene. In questa prospettiva generale l'intelligenza ed il sapere sono importanti, ma molto di più lo è la sapienza, intesa come percezione dell'armonia generale a cui conformarsi per acquisire la vera libertà.

Da questo concetto ampio e luminoso, incorruttibile ed eterno, unico e totale come lo sono idee divine di cui disse Platone, discendono le apparenze del mondo fenomenico in cui viviamo, aspetti questi parziali, incompleti e spesso deformati dell'originale.

Gli aspetti profani più appariscenti della libertà esoterica sono quelli delle libertà civili, nelle due accezioni che potremo chiamare attive (libertà di: parola, espressione, associazione, religione, ecc.) e passive (liberta da: bisogno, paura, vizi, necessità di lusso, ecc.). I diritti civili comunemente intesi derivano come corollari della vera libertà, ma è un errore considerarli come si fa nel mondo profano l'essenza della libertà che è molto più profonda.

Sotto l'etichetta di queste libertà parziali e incomplete vengono spesso propagandate le più assurde mistificazioni, o perpetrati i delitti più atroci. Questa è purtroppo la sorte delle idee che trascendono il limite umano; essere profanate o addirittura pretestuosamente interpretate per fare il male. L'iniziato ha il compito di conservare chiara la luce che è in lui e considerare il divenire incessante e vacillante delle cose umane nel contesto del modello perfetto di cui intuisce o intravvede la grandezza.

Il genere umano è unico nella molteplicità degli esseri che vissero e che vivranno e copre una gamma necessaria e insostituibile nell'armonia universale. Ne deriva chiaro il concetto di uguaglianza come noi la intendiamo: poiché tutti gli uomini tendono alla perfezione, ciascuno ha il diritto di cercare il proprio perfezionamento con pari libertà e cioè con uguaglianza. Quando il Tempio sarà stato costruito solo il grado di perfezione raggiunto distinguerà le anime salite alle volute più alte della spirale; ugualmente oggi nel mondo in cui viviamo solo la statura morale rende diversi gli uomini.

La differenza di razza, di religione, di nazionalità, di stato sociale, la insulsa vertenza tra uomini e donne alimentata da virago insoddisfatte e da uomini dimentichi di se stessi, perdono significato nella visione esoterica dell'uguaglianza. L'uguaglianza è dunque uguaglianza di dignità umana, e parità di diritto al libero sviluppo delle proprie tendenze spirituali.

Per questo LM lascia fuori dal tempio lo stato sociale ed il grado profano per sedersi da pari con gli altri iniziati, per questo gli Statuti Generali, pur prescrivendo di avere riguardi rispettosi verso F di maggior virtù, di gradi superiori o rivestiti del carattere di dignitari, confermando l'eguaglianza dei LM. Lo stesso M V è infatti solo il primo tra pari.

È interessante notare come anche questo lineare e luminoso concetto di uguaglianza, riflesso nel mondo intermedio in cui siamo immersi, venga interpretato e spesso purtroppo deformato nel trascorrere dei secoli.

L'uguaglianza intesa nel senso M e quindi universale, comporta come conseguenza necessaria, ma non sufficiente come erroneamente ritenuto dal mondo profano, l'uguaglianza dei diritti civili tra cui, fondamentale e ancora lontano dall'essere raggiunta, l'uguaglianza nel diritto di accesso alla cultura. I nostri padri illuministi che hanno fatto assurgere il Sacro Trinomio a simbolo della rivoluzione francese hanno preso una delle infinite facce di questa idea universale e l'hanno usata per predicare e ottenere l'abolizione dei diritti feudali e l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Così uno dei nostri F dell'epoca scrisse che gli uomini nascono uguali ed hanno alcuni diritti inalienabili tra cui, la ricerca della felicità, parola profana questa che copre la vera parola iniziatica ,di perfezione. Nel corso di un breve secolo è intervenuta una evoluzione, quella marxista, che ha postulato la uguaglianza sociale e quindi l'eliminazione delle differenze di classe, anche di quelle intese in senso maoista e cioè di quelle originate da differenze spirituali e non da contingenti situazioni economiche degli individui o dei gruppi di individui.

 L'iniziato non ha obiezioni di principio a queste interpretazioni.

Le variazioni del pensiero politico contingente che non tocchino la dottrina e non interferiscano con la libera ed egualitaria ricerca della verità non lo interessano. Il pensiero umano si evolve, talvolta salendo talvolta scendendo nella ricerca del vero assoluto: ma alle fluttuazioni sporadiche e temporanee, anche se durano secoli, intorno alla linea del vero progresso, l'iniziato oppone la sua luce interna ed il "senso del vero".

Proprio interpretata con questo senso del vero sembra completamente distorta e quindi inaccettabile l'ultima versione del concetto di uguaglianza riapparsa oggi nel mondo profano, dove aveva fatto alcune fugaci apparizioni nel passato. Dalla rivoluzione culturale cinese è emersa una interpretazione della uguaglianza intesa come parificazione delle funzioni sociali indipendentemente dal grado di maturazione morale, intellettuale e professionale, dallo spirito del dovere, dal sentimento del giusto, dalle capacità e doti naturali, indipendentemente cioè da tutte quelle cose che sono il riflesso profano e incompleto del grado di perfezionamento raggiunto da ciascuno.

Gli individui cioè, dovrebbero rinunciare alla libera scelta della strada da seguire per la ricerca della luce, e riunirsi in gregge e dirigersi verso mete per loro oscure, forse chiare ai capi, mimetizzati nel branco.

È evidente che questa deformazione estrema dell'uguaglianza costituisce una minaccia vera, concreta, immanente alla sopravvivenza della libertà. Ove trovasse applicazione, porterebbe alla distruzione del concetto vero, universale e quindi M della sola uguaglianza possibile, la uguaglianza nella libertà. Anche il terzo aspetto del Sacro Trinomio, la Fratellanza, appare chiaro e vigorosamente discende dal concetto esoterico di Cosmo, inteso come l'insieme unitario di tutte le creature che perseguono il fine della ricerca della luce.

Insieme unico dunque e quindi fraterna comunione di anime in moto verso il fine estremo posto dall'ADU. Tale redenzione cosciente e liberamente scelta può ottenersi solo per mezzo della purificazione, illuminazione e unione, proprio perché l'unione nell'armonia universale è la meta finale. In questo contesto trova giustificazione e forza il concetto della fratellanza degli antichi LM che consideravano l'amore dell'umanità più importante della fede e l'altruismo più importante della dottrina.

L'iniziazione fa appunto prendere coscienza in maniera sempre più chiara di uno stato preesistente attraverso l'apporto fraterno degli altri iniziati che aiutano a togliere il velo alla luce già presente nell'iniziando. L'ideale M è una famiglia, come a noi piace chiamare la nostra comunione, ispirata al rispetto, all'amore reciproco tra i membri, senza coercizioni da parte interna o esterna. Fratellanza dunque, come riflesso del divino. Infatti noi ci riconosciamo in un concetto fondamentale dell'ordine di tutta l'esistenza, del giusto equilibrio, dell'adattamento delle parti e degli elementi contrastanti, secondo una norma di fraterna collaborazione anche fra gli opposti, a cui le creature di ogni ordine si debbono uniformare.

La fratellanza M è dunque il sentimento guida dell'intero movimento iniziatico; essa nasce dalla presa di coscienza che tutti gli uomini sono figli dell'ADU, eguali davanti alla sua legge di cui le leggi umane sono pallidi e distorti riflessi, e chiamati allo stesso tipo di perfezione.

Essa presuppone carità e amore reciproco, solidarietà nel bene, istintiva difesa del fratello colpevole e, anzi, l'assunzione di rischi e sacrifici per aiutarlo.

La fede M, che la ineguaglianza delle condizioni umane, fonte di continue e assillanti meditazioni per tutta l'umanità in tutti i tempi, sorge e deriva dall'ineguale uso delle vite precedenti, rafforza il concetto di fratellanza in tanto in quanto tutti gli uomini partecipano dello stesso processo evolutivo. Nasce da questo un altro importante corollario: che il perfezionamento meglio e anzi compiutamente si persegue tra i propri fratelli spirituali, con cui si condivide l'ansia della ricerca e l'affanno delle proprie imperfezioni.

Anche i più potenti tra gli spiriti illuminati, i Grandi Iniziati inviati dalla Provvidenza nel nostro mondo per portarci i bagliori del mondo superiore, dopo il necessario periodo di meditazione ed illuminazione solitaria, sono tornati alle loro comunità o hanno fondato comunità nuove per ricercare, in fraterna collaborazione, la triplice ed unica specie della materia, dell'anima e dello spirito.

Parimenti i tre concetti della triade si fondono in unicità perfetta e simbolica: la più alta forma di eguaglianza si ha nel libero orientamento verso l'amore fraterno.