LUCERNA (LUZERN)

Tra pochi giorni io ti lascierò

O dolce svizzera Lucerna.

Io ti conobbi in miglior tempo

D'una vita beata.

Già allora io t'ho amata.

Adesso tu, ospitale, m'accogliesti

Quando pien di tristezza

La vita mia portai,

Sol ora veramente t'ho apprezzata.

Vivendo alcuni giorni ospite tuo

M'hai dato tu la sensazione

Che anche un crudel morbo

Si possa sopportare con più serenità,

Con più rassegnazione.

A te son giunto con la diletta sposa mia

Colpita da morbo cerebrale

E ruote della carrozzina

Le sue belle gambe sono diventate,

Ma i suoi capelli biondi, no

Son sempre d'una volta quelli,

Son sempre belle le sue chiome

Son sempre raggi del Sole agli occhi miei

E questi raggi nel tuo posto stanno

Per poter danzare, ubriachi di colore

Sulla tavolozza tua, Lucerna,

Ch'è degna del pennello d'un pittore.

Quante e quante volte la carrozzina

Io con lei portavo

Per la Jesuiten platz e per la franziskaner,

Poi verso la piccola Krongasse

Al tuo vorticoso Reus io mi dirigevo,

Fiume rumoroso di acque spumeggianti

E i lignei ponti ti fanno da cornice,

L'anima mia si placa mirando lo scenario;

E poi a wienmarkt e hirchenplatz

Dipinte le facciate delle case,

La medieval fontana al centro rimiravo.

La mia adorata sposa sofferente

Parea capire di trovarsi

In un paradiso molto differente:

Che calma le tue strade,

Che dolce quell'idioma

Che Goethe ingentilì cantando.

Questo d'Europa è un angolo diletto,

La tua gente è cortese, non volgare

Sembra che qui anche crudele

Ogni morbo si possa sopportare.

E alfin le verdi chiome dei tuoi ippocastani

Mi fanno ombrosa la strada che percorro

Lungo il tuo lago Viernaldstattersee

A destra rimirando sulle sue acque azzurre

Un biancheggiar di cigni in formazione.

addio, Lucerna oppure arrivederci

Chi può il futuro suo preconizzare?